La Commissione europea si è finalmente espressa sul funzionamento dello scudo UE-USA per la privacy, cha ha il compito di proteggere i dati di cittadini e imprese europee trasferiti negli Usa a fini commerciali.

Ok con riserva della Commissione Europea al Privacy Shield, l’accordo in materia di protezione dati tra UE e USA che, nel 2016, ha sostituito il Safe Harbour.

Il vice presidente della Commissione Andrus Ansip, responsabile del Mercato Unico Digitale, si è confermato sostenitore dello Scudo privacy con gli States, sottolineando l’importanza di creare un regime solido di certificazioni e un’attività di sorveglianza dinamica, per garantire ai consumatori UE i vantaggi dei trasferimenti dati internazionali, con la sicurezza di una valida certificazione.

I trasferimenti transatlantici di dati sono vitali per l’economia europea ma è necessario salvaguardare il diritto fondamentale alla protezione dati personali anche in uscita dall’Ue. Un primo esame della Commissione mostra che lo scudo per la privacy funziona bene ma che esiste un certo margine di miglioramento.

Nel complesso la relazione presentata ieri mostra che il Privacy Shield continua a garantire un adeguato livello di difesa dei dati personali trasferiti dall’Ue alle imprese Usa. Le autorità statunitensi hanno predisposto le strutture e le procedure necessarie a garantire il corretto funzionamento dello scudo, rafforzando anche la collaborazione con le autorità europee. 

La relazione avanza però alcune raccomandazioni volte a garantire continuità di funzionamento, quali:

• un monitoraggio più attivo e regolare del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti per verificare che le imprese rispettino gli obblighi imposti dallo scudo per la privacy; esso dovrebbe inoltre svolgere periodicamente attività di ricerca per reperire le organizzazioni che millantano la partecipazione allo scudo per la privacy;

• la nomina tempestiva di un mediatore del Privacy Shield permanente nonché garantire la copertura dei posti vacanti presso l’Autorità per la tutela della vita privata e delle libertà civili (PCLOB);

• maggiore sensibilizzazione delle persone nell’Ue circa le modalità con cui esercitare i loro diritti fuori dai confini;

• più collaborazione tra i responsabili della privacy, ossia il Dipartimento del Commercio degli USA, la Commissione federale del Commercio e le autorità di protezione dei dati dell’Ue;

• il riconoscimento della tutela per i cittadini non americani previsto sulla riautorizzazione e la riforma della sezione 702 del Foreign Intelligence Surveillance Act (FISA).

La Commissione proseguirà l’opera di monitoraggio dello scudo, compreso il rispetto degli impegni assunti da parte degli Usa, collaborando con le autorità statunitensi per stabilire il seguito da dare alle raccomandazioni.