L’AgID, nel suo Piano Triennale per la Digitalizzazione della PA, ha inserito un capitolo importante che riguarda l’accessibilità dei siti web della PA. Vediamo di cosa si tratta
Per “accessibilità di un sito web” si intende la pratica di rendere i siti web (e le applicazioni) fruibili dal maggior numero di persone possibili, senza discriminazioni, anche da parte di coloro che quindi, a causa di alcune disabilità, necessitano di tecnologie assistive o configurazioni particolari.
Possiamo dire quindi che un sito web è accessibile quando fornisce informazioni fruibili da parte di tutti gli utenti, compresi coloro che si trovano in situazioni di limitazioni fisiche, tecnologiche o ambientali.
I siti web delle pubbliche amministrazioni, in Italia, sono regolamentati dalla “Legge Stanca”, ufficialmente pubblicata sulla gazzetta ufficiale il 17 gennaio 2004 e devono rispettare i requisiti tecnici di accessibilità riportati nell’Allegato A del Decreto Ministeriale 8 luglio 2005 (e successive modifiche), questo perché si è voluto normare quella che è, normalmente, una semplice prassi etica.
Rispettare le pratiche di accessibilità ha però diversi vantaggi non solo per le persone fruitrici di contenuti online, ma anche per chi li pubblica. Questo perché le grandi aziende tecnologiche soprattutto sono molto attente alla democrazia di internet e spingono perché il web sia quanto più possibile un posto “per tutti”. Vediamo i vantaggi che derivano dal rendere il proprio sito accessibile:
- L’uso di HTML semantico (che migliora l’accessibilità) contribuisce anche a migliorare il posizionamento sui motori di ricerca (SEO), rendendo il sito più facile da trovare.
- Migliorare l’accessibilità di un sito significa renderlo facilmente utilizzabile a più ampi gruppi (come coloro che usano dispositivi mobili o coloro che navigano con una connessione a internet lenta) di utenti, e quindi portare più traffico verso il proprio sito.
- La dimostrazione di un senso etico, in questo senso, migliora l’immagine dell’Ente.
Esistono diversi tipi di utenti che possono avere difficoltà ad usare i canonici siti web, in particolare ricordiamo:
- Utenti affetti da ipovisione
- Utenti affetti da sordità
- Utenti affetti da cecità
- Utenti con difficoltà di comprensione
- Utenti con disabilità motorie
- Utenti che non utilizzano il pc per navigare (ma altri strumenti come smartphone o tablet)
- Utenti con una connessione internet lenta
Per far fronte ai problemi che possono riscontrare i primi utenti sopra riportati sono state inventate le cosiddette tecnologie assistive, come screen reader, dispositivi braille, ingranditori di schermi, sottotitoli ecc.
Per fare in modo che queste tecnologie funzionino è però importante sviluppare siti e app seguendo alcune istruzioni specifiche, proprie dello sviluppo, e facendo particolare attenzione al caricamento di contenuti accessibili.
Questo aspetto, per quanto riguarda le Pubbliche Amministrazioni, è piuttosto importante: l’area Amministrazione Trasparente di un sito PA deve essere implementata con diversi tipi di documenti (pdf e non) ed è fondamentale che questi siano fruibili da parte di tutti.
Anche il design del sito o dell’applicazione necessita di un’attenzione particolare: deve innanzitutto essere responsive (che si adatti cioè a tutti i dispositivi, senza inficiare l’esperienza d’uso nella navigazione) e poi bisogna considerare l’utilizzo di tutti gli attributi necessari a far sì che, chiunque non possa leggere, riesca a capire esattamente con cosa sta si sta interfacciando.
Un altro aspetto che meriterebbe un capitolo a parte sono i colori. I colori di un sito (o app) sono fondamentali in questo contesto: un contrasto troppo chiaro tra i testi e lo sfondo potrebbe creare difficoltà a persone con particolari problemi di vista, coì anche come un’eccessiva luminosità.
Allo stesso modo non è bene utilizzare solo i colori per distinguere testi particolari: immaginiamo una persona daltonica, che non distingue bene i colori, come farebbe a capire che quel testo è, ad esempio, un link?
Tutti questi sono piccoli accorgimenti a cui però bisogna fare particolare attenzione, soprattutto quando si è una Pubblica Amministrazione.
Come detto all’inizio di questo articolo infatti le regole di accessibilità non sono solo una buona prassi da seguire ma sono normate e devono seguire 4 principi, che troviamo elencati nel sito dell’AgID e che si rifanno al Recommendation che il World Wide Web Consortium (W3C):
- Principio 1: percepibile.
- Principio 2: utilizzabile.
- Principio 3: comprensibile.
- Principio 4: robusto.
I requisiti tecnici fanno riferimento alle 12 Linee guida in cui si articolano i suddetti principi delle WCAG 2.0.
Esistono poi una serie di requisiti, meglio specificati qui, e che ogni PA deve verificare e rendicontare annualmente.
I siti web accessibili vengono identificati da tre punti di controllo relativi all’accessibilità, contrassegnati da una, due o tre lettere “A”:
I LIVELLI DI CONFORMITÀ DEL WCAG 2.0 |
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A | Un sito web corrisponde al livello di conformità A se tutti i criteri di successo del livello A sono stati soddisfatti oppure se è disponibile una versione alternativa del sito web che adempie i rispettivi criteri. | Livello di accessibilità basso |
AA | Un sito web corrisponde al livello di conformità AA se tutti i criteri di successo dei livelli A e AA sono stati soddisfatti oppure se è disponibile una versione alternativa del sito web che adempie i rispettivi criteri. | Livello di accessibilità medio |
AAA | Un sito web corrisponde al livello di conformità AA se tutti i criteri di successo dei livelli A, AA e AAA sono stati soddisfatti oppure se è disponibile una versione alternativa del sito web che adempie i rispettivi criteri. | Livello di accessibilità elevato |
In definitiva l’accessibilità è un punto fondamentale che non può più essere ignorato e a cui bisogna “piegarsi”, anche a discapito di preferenze stilistiche e di design.