La nuova scrittura delle norme archivistiche che il governo sta avviando lascia un velo di incertezza su quanto costruito negli ultimi vent’anni.
Con l’approvazione del nuovo CAD nell’agosto del 2016, pensavamo di aver raggiunto la piena maturità nell’ambito della gestione documentale digitale e solo una modesta revisione delle regole tecniche, ci separava dal raggiungimento del traguardo auspicato da quasi un ventennio: un quadro normativo aggiornato, omogeneo, coordinato, non legato alle tecnologie ma ai principi.
Questa revisione però sembra sia stata attesa invano. Tutto faceva pensare che sarebbe stata emanata entro gennaio 2017 eppure, adesso, sembra imminente una completa riscrittura del CAD che, con tutta probabilità, porterà a rimettere in discussione principi, processi, termini, e chissà cos’altro.
Ma possono le aziende che hanno deciso di investire in questo ambito mettere continuamente in discussione i propri obiettivi?
Come può la nostra informaticamente fragile PA pianificare un adeguato piano di modernizzazione e avvicinamento dei servizi al cittadino in un quadro in eterna evoluzione e comunque mai chiaro e definito?
Da questo punto di vista ci troviamo perfettamente in linea con i principi espressi dall’autorevole Prof.ssa Mariella Guercio (Università Sapienza di Roma), nell’articolo pubblicato recentemente nel portale Agendadigitale.eu.
Per quanto infatti sia impossibile, per ora, una valutazione in merito, visto che le informazioni si limitano alle indicazioni programmatiche del Piano Triennale per l’informatica nella PA 2017-2019, è il metodo di lavoro che non sembra essere rassicurante. A differenza degli scorsi anni infatti, la stesura di questo piano non ha coinvolto le amministrazioni e i professionisti del settore ai quali si darà, presumibilmente, giusto un breve periodo di prova.
Il punto quindi sembrano non essere le soluzioni specifiche che verranno adottate, quanto l’opacità del processo decisionale.
La valutazione delle proposte operative che il Piano Triennale individua invece desta preoccupazioni, in quanto appare incerto e poco dettagliato.
La professoressa Guercio afferma nel suo articolo che “La classificazione archivistica ha una funzione originaria essenziale di organizzazione e definizione di relazioni stabili, giuridicamente rilevanti. Non è uno strumento di ricerca e di indicizzazione anche se può fornire basi solide per sostenere processi qualificati di ricerca semantica.” e, come noi, si augura che la revisione del CAD possa includere quindi delle soluzioni soltanto integrative e non completamente sostitutive dei principi archivistici.
In attesa quindi di chiarimenti sulla materia, non possiamo che attendere.